giovedì 19 maggio 2011

NIACINA in doppia dose!

PRIMA PENSA POI PARLA!

mercoledì 26 gennaio 2011

7 cose che forse non sapete sui farmaci

Leggende metropolitane e curiosità dal mondo del farmaco:

viste su http://www.farmacoecura.it

  1. La clomipramina, antidepressivo conosciuto e venduto in Italia con il nome commerciale di Anafranil, è stata oggetto di una curiosa segnalazione relativa agli effetti collaterali: in rari casi può portare il paziente ad avere un orgasmo durante uno sbadiglio(Fonte: Snopes). Caso simile, ma per ora relativo ad un unico paziente nel mondo, il risperidone che avrebbe procurato orgasmi spontanei ad un malato di schizofrenia (Fonte: Wiley).

  2. L’Aspirina presa insieme alla Coca-Cola non è allucinogena nè letale: dal sito Bayer si legge invece che “la Coca-Cola, contenedo caffeina, non interferisce con il meccanismo d’azione del farmaco, ma ne aumenta le proprietà analgesiche”. (Fonte: Bayer)

  3. In diversi paesi anglosassoni è frequente l’intossicazione volontaria da paracetamolo (Tachipirina) a scopo suicida; in Inghilterra sono state imposte dal governo confezioni con un numero inferiore di unità posologiche (compresse, bustine o supposte, …) rispetto ad altri stati per diminuirne l’incidenza. Non ho invece trovato statistiche sul numero di tentati suicidi con l’uso di sole supposte…

  4. La ketamina, un potente anestetico con effetti analgesici, è stata causa in passato di gravi crisi famigliari; il farmaco, somministrato anche durante il parto, annovera tra i suoi effetti collaterali l’induzione di uno stato dissociativo, che portava spesso le future mamme a raccontare dettagliatamente aneddoti vari, tra cui le proprie esperienze extraconiugali.

  5. Prima dell’avvento di Viagra, Cialis, Levitra… il farmaco d’elezione per il trattamento dell’impotenza era l’apomorfina; questa sostanza nasce come farmaco emetico, ossia in grado di stimolare il vomito. Quando diversi pazienti e medici si accorsero che oltre ad indurre il vomito il farmaco aumentava la virilità, le cause farmaceutiche hanno calibrato le dosi e registrato il principio attivo come cura per la disfunzione erettile. Come nel caso della ketamina rimaneva tuttavia un grosso problema legato alla natura stessa dell’apomorfina: continuava ad indurre il vomito nonostante il soggetto fosse in tutt’altre faccende affacendato.

  6. Una fase cruciale della sperimentazione di ogni nuovo farmaco è il test relativo all’efficacia della nuova sostanza: il confronto ideale è naturalmente quello con eventuali farmaci già in commercio con pari indicazione, ma imprescindibile è anche quello con placebo. Cos’è il placebo? Una qualsiasi sostanza inerte e del tutto priva di effetti sull’organismo…In alcuni casi si rileva un effetto placebo fino all’80% dei soggetti trattati, questo significa che se somministro uno zuccherino a 100 malati di emicrania, per esempio, dicendo loro che stanno assumendo un nuovo efficacissimo farmaco, a 80 di loro passerà il male alla testa. Per approfondire in termini comunque comprensibili è interessante la pagina relativa di Wikipedia.

  7. Nella quasi totalità dei burro di cacao in commercio troverete, fra gli ingredienti, un inquietante Butyrospermum Parkii; non è niente di terribile, la sostanza (anche chiamata Shea Butter o burro di karitè) proviene infatti da un albero africano ad alto fusto

domenica 31 ottobre 2010

By Sandy Bauers

Centra


A lot goes into a package of yogurt, apparently.

And I don't mean the yogurt. I mean the package.

Last week, New Hampshire organic yogurt maker Stonyfield Farm unveiled new cups, ones that industry experts say put them at the top of the packaging game.

The cups, used for their multipacks, are plant-based, not petroleum-based.

The specific plant is corn.

But before anyone gets too huffy, let Nancy Hirshberg explain, which she was only too happy to do for a full half-hour teleconference.

I never thought there would be that much to say about yogurt containers. But it shows the kind of thought this company, like many others, is beginning to put into packaging.

Hirshberg is Stonyfield's vice president of natural resources. Corn initially gave her conniptions because of the chemical-intensive farming methods. She worried about pesticides, monocultures, and the dead zone in the Gulf of Mexico, in part from fertilizer runoff. She didn't like using food for something other than food.

Stonyfield is even using a massive Cargill facility in Nebraska that also turns out gobs of high-fructose corn syrup, which nutritionists and environmentalists alike have criticized.

Yes, the company could have used plastic from beets. Or tapioca. Or sugar cane. All are feedstock for the new "bioplastics," but they had impacts as well.

Hirshberg points out that the corn Stonyfield is using is yellow corn, which is not the best for eating, although growing it still uses precious agricultural land.

The company found its ultimate answer in a new program with the Institute for Agriculture and Trade Policy, a nonprofit that works to ensure fair and sustainable food, farm, and trade systems.

It works kind of like the wind power that people "purchase" through their electric company. The money fosters wind power somewhere, even though no one can guarantee that the specific electrons entering a particular home come from wind.

Likewise, Stonyfield's payments to the program ensure that the equivalent amount of corn it uses - 500 acres a year for 1.7 million pounds of packaging - is farmed with upgraded methods to control soil erosion. Chemicals are restricted. No carcinogens. No Atrazine. No genetically modified corn.

At the plant, corn is turned into a corn starch and then fermented (much like the yogurt itself, it turns out). It comes out as PLA - or polylactic acid. It's in pellets, which then go to a plant in Illinois to be turned into rolls of plastic, which then go to Stonyfield to be made into the little cups.

Oddly enough, the new Stonyfield cups are coming onto the market at the same time that a different kind of PLA packaging - most of the bags for SunChips - are being removed from the market.

Main reason? They were too loud. Talk about a coddled culture! Also, there were questions about whether the bags could be composted as easily as claimed. (The debate got a tad comical, although manufacturer Frito-Lay probably didn't think so. One blogger eventually dubbed the whole fracas a "snacklash.")

Stonyfield's cups can't be composted but can be recycled - sort of. Instead of being "downcycled" like most plastics, being remade into something lesser, PLA can be endlessly turned into new PLA, Hirshberg said.

The catch is, only two facilities can do it - one in Wisconsin, the other in Belgium.

But even without a good end-of-life solution, Hirshberg says that Stonyfield is seeing a 48 percent reduction in its cups' environmental impact. All kinds of information and technical reports are on the company website, www.stonyfield.com.

This seems a hopeful sign.

Indeed, while packaging has undergone huge changes - becoming lighter and squarer, so more can fit in a defined space - using better materials is the new quest, says Anne Bedarf, of the Sustainable Packaging Coalition, a project of the sustainability nonprofit GreenBlue.

She and Hirshberg agree that Stonyfield's new package is only a step, not the ultimate. But Bedarf praised it as "progressive."

My main problem with all the new packaging is that consumers could be left in the dark. Not every cup of yogurt can contain a treatise on its sustainability, so the homework factor for shoppers who care is increased.

But the science and the industry are evolving fast. We'll soon have all kinds of new things to consider.

For those who want to have a look at the new cups, they're only on the multipacks - the YoKids and B-Healthy, for instance. (Yes, bulk uses less packaging, but single-serve is thought to waste less food.)

Turn one over. If it doesn't have a recycling code on the bottom, it's the new PLA.


by http://www.philly.com

mercoledì 13 ottobre 2010

Stati Uniti: primo trattamento con cellule staminali embrionali umane

Un’iniezione di milioni di cellule staminali rappresenta l’ultima speranza per un pazienteparzialmente paralizzato a causa di una lesione spinale.

Accade negli Stati Uniti, dove presso lo Shepherd Center di Atlanta, un centro specializzato nel trattamento di lesioni spinali e cerebrali, è stata autorizzata per la prima volta in assoluto una terapia a base di cellule staminali embrionali umane.

Gli scienziati si apprestano a iniettare milioni di cellule staminali embrionali umane direttamente nel sito della lesione spinale. L’obiettivo di questa sperimentazione, che vede coinvolti altri sette centri ospedalieri statunitensi e altri pazienti con lesioni spinali, è principalmente quello di verificare la sicurezza di questa pratica e poi la sua efficacia, che verrà confermata attraverso l’esecuzione di test personalizzati sulla base delle lesioni del paziente.

Quello alla sperimentazione umana è l’approdo naturale di un lungo iter caratterizzato da un lato dalle speranze offerte dalle sperimentazioni sugli animali – che hanno mostrato come questo trattamento possa rivelarsi efficace per far recuperare mobilità in caso di lesioni – e dall’altro dalla nuova politica di Barack Obama che ha riattivato ifinanziamenti federali alle ricerche sulle staminali embrionali.

news.paginemediche.it - immage: blog.panorama.it

sabato 17 luglio 2010

Mountain 4 even





In cima ad ogni vetta si è sull'orlo di un abisso.

Stanisław Jerzy Lec
scrittore e poeta polacco

sabato 10 luglio 2010

CCC : Camminare - Camminatore - Cammino


"Credo che camminare oggi sia una nobile forma di resistenza e di nostalgia. In un’umanità che trascorre la quasi totalità del tempo seduta, in auto, in ufficio, davanti alla tv, il corpo sembra essere diventato inutile. Ed ecco che c’è chi si ribella e va ad affrontare il mondo nella nudità del suo corpo.
Il camminatore è un resistente perché decide di prendersi il proprio tempo e di non farsi prendere dal tempo. Osa addirittura perdere tempo, una ribellione alla velocità, la produttività, l’efficienza.
Il cammino è lì, deve essere semplicemente percorso.
Ho sempre pensato che la mia vera università sia stata la strada. "
David Le Brenton -Corriere della Sera, 14/6/07

giovedì 1 luglio 2010

Come combattere l'INSONNIA d'estate !

Spesso non bastano condizionatori e zanzariere.



Non c’è cosa peggiore che passare una notte in bianco.
D’estate, poi, con il caldo e le zanzare che ci ronzano intorno, l’insonnia rischia di diventare una vera tortura. Con conseguenze evidenti, durante la giornata, sul benessere, sull’umore, sulla freschezza del viso, sulle forze e sul rendimento lavorativo e intellettuale.

Come evitare l’insonnia estiva?
Intanto cercando di capire se si tratta di un fenomeno occasionale o continuo.

Nel primo caso, potrebbero bastare un condizionatore, una bella zanzariera o una cena un po’ più leggera del solito per risolvere il problema.
Nel secondo caso, invece, bisogna indagare a fondo le ragioni di una situazione che, se si prolunga nel tempo, rischia di provocare danni, anche gravi, alla salute psico-fisica.
I disturbi del sonno sono diversi: c’è chi ha difficoltà ad addormentarsi, chi non riesce a mantenere un sonno continuo, chi si risveglia troppo presto e chi non si sente riposato nonostante dorma a sufficienza. In tutti questi casi, se il problema diventa cronico, sarà il medico a dover stabilire la corretta terapia ed, eventualmente, a individuare una possibile malattia alla base dell’insonnia, come ad esempio la sindrome delle apnee notturne o quella chiamata “delle gambe senza riposo”.
Ma, al di là dell’intervento del medico, ci sono regole valide per tutti che riguardano l’alimentazione e lo stile di vita, che andrebbero sempre seguite per consentire al organismo di riposare al meglio. Già, perché a volte sono semplicemente le abitudini scorrette a rendere cattivo il sonno.
La prima cosa da fare, la sera, è mangiare cibi leggeri come verdure, pasta e riso: sono ricchi di un precursore della serotonina, sostanza che induce il sonno e ha effetto sedativo. Bene anche le banane e un bicchiere di latte caldo. Da evitare, invece, cibi grassi e speziati, tè, caffè, cioccolato e dolciumi vari. In tutti i casi, impariamo a non mangiare troppo tardi!
E’ poi importante stare a letto solo quando si va effettivamente a dormire, non per mangiare o guardare la tv. Se non si ha sonno, meglio non sforzarsi di andare a dormire. Al contrario, se dopo pranzo “arriva l’abbiocco”, meglio non cedere alla tentazione di schiacciare un pisolino, altrimenti la sera successiva si farà più fatica a prendere sonno.
Imponiamoci poi di coricarci e alzarci più o meno sempre alla stessa ora: così il corpo si dà un ritmo e una regolarità che lo aiuterà a rispettare le fasi sonno-veglia. Diamo peso anche all’ambiente della camera da letto: rumore, temperatura, umidità e luminosità sono tutti fattori che influiscono sulla qualità del riposo.
Infine, se necessario, affidiamoci in tutta sicurezza alla melatonina: è il più naturale e probabilmente il più efficace tra i rimedi che non crea dipendenza (a differenza dei sonniferi), allenta lo stress, regola i ritmi circadiani e non ha controindicazioni. Provare, per credere!

( http://www.forumsalute.it )